Ancora terribili notizie dall’America per il mondo lgbt, da cui ci giunge la notizia di torture per un mese da parte di un padre nei confronti di suo figlio: Samuel Brinton, uno studente dell’università dello Stato del Kansas, ha denunciato il padre missionario battista che l’ha picchiato, bruciato e attaccato ad un macchinario per infliggergli scariche di corrente elettrica.
Il giovane aveva dichiarato la sua omosessualità alla famiglia fin dall’età di 12 anni, quando suo padre reagì facendogli perdere i sensi così brutalmente che il ragazzo ebbe bisogno di cure ospedaliere.
Samuel è stato intervistato I’m from Driftwood, un progetto itinerante per gli Stati Uniti affinché si possano raccogliere innumerevoli storie LGBT, e ha descritto come suo padre gli disse che era l’unico gay di sinistra nel paese e il governo avrebbe presto iniziato a cercarlo per ucciderlo.
Purtroppo, lo studente ha confessato di essere stato picchiato malamente dal padre al punto da essere ricoverato in ospedale addirittura sei volte, anche se ai medici la famiglia dichiarava che Samuel fosse caduto giù per le scale.
Inoltre, il giovane veniva bruciato o costretto a tenere cubetti di ghiaccio, mentre guardava immagini di uomini che si abbracciano, per fargli associare l’intimità maschile con il dolore.
La situazione è degenerata sempre più quando Samuel parla del “mese dell’inferno”, in cui il padre gli conficcò degli aghi sulle dita per ricevere scariche elettriche, mentre gli era mostrato un porno gay.
Samuel ha considerato il suicidio, anche salendo sul tetto di un edificio per buttarsi giù; sua madre, dice, gli disse che lo avrebbe amato di nuovo se fosse diventato etero.
Lo studente ha poi deciso di fingere di essere tornato sulla retta via… Ma quando tornò a uscire di casa per l’università, ha detto loro la verità e il padre l’ha cacciato di casa, avvertendolo che l’avrebbe ucciso se solo si fosse ripresentato alla porta di casa.
Samuel ha dichiarato:
Ho provato a chiamare più volte… Cerco comunque di mantenere un minimo di rapporto con una telefonata; vorrei tenermi in contatto, ma l’ultima volta che ho sentito mio padre, mi ha detto che mi avrebbe sparato se avessi mai provato a farmi vedere.
Ma ha aggiunto che è pronto a perdonare i suoi genitori e dar loro “la possibilità” di accettarlo in futuro.