Attiviste lesbiche di Cape Town hanno dimostrato fuori dal parlamento per chiedere una risoluzione riguardo il problema della violenza correttiva. Le 25 partecipanti del gruppo di Luleki Sizwe vogliono che il Ministro della giustizia qualifichi l’atto come un crimine d’odio. La violenza correttiva è la pratica che vorrebbe riportare le lesbiche a rigare dritto e sembra essere sempre più comune.
Nel 2008 Eudy Simelane fu violentata, picchiata e poi uccisa da due uomini. Luleki Sizwe ha raccolto 170.000 firme per richiedere che il governo si occupi del problema e ha rivelato alla stampa canadese:
Abbiamo dimostrato che siamo in grado di mobilitare centinaia di persone e non solo in Sud Africa, ma in tutto il mondo e il governo non potrà ancora per molto ignorare la nostra lotta contro la violenza correttiva.
Il gruppo si batte perchè venga commissionato un piano che contrasti le violenze sessuali e le consideri al pari dei crimini d’odio. Un sondaggio del 2009 ha dimostrato che la pratica è aumentata in Sud Africa, con assalti violenti a sempre più donne lesbiche. Questi atti di brutalità inaudita sono visti come una cura, una correzione delle tendenze omosessuali. Le stime affermano che ogni anno in Sud Africa si consumano 500.000 violenze. Una pratica disumana e illegale che nel 2011 non deve più esistere!