La corte di New York sta considerando il matrimonio gay di una donna argentina come un requisito per poter rimanere legalmente negli Stati Uniti. Il fermo al rimpatrio della clandestina è avvenuto grazie all’avvocato che ha affermato che il suo matrimonio con Cristina Ojeda la rendeva legittimata a restare nel paese.
La Alcota giunse negli Stati Uniti dieci anni fà, ma, una volta scaduto il visto, è rimasta illegalmente nel paese. La donna si è sposata con Cristina Ojeda lo scorso anno, in Connecticut. In un’intervista l’avvocato della clandestina, Lavi Soloway, ha affermato che il DOMA, la legge che consente al governo federale di non riconoscere i matrimoni avvenuti in altri paesi, è stata dichiarata incostituzionale, non poco tempo fà, dai suoi stessi autori:
Solo quest’estate il giudice di una corte di un distretto federale ha affermato che The Defense of Marriage Act è incostituzionale. E vista quindi l’instabilità di questa legge, che è l’unico ostacolo che non permetterebbe alla sposa di una cittadina gay americana di restare negli Stati Uniti, sarebbe prematuro rimpatriare la donna.