Il Tribunale dei Minori riconosce il diritto genitoriale di una coppia gay. Nessuna sentenza politica, come spiega il giudice, ma di certo uno dei maggiori passi in avanti mai raggiunti in quanto a stepchild adoption.
E’ stato necessario l’arrivo in Cassazione della causa di riconoscimento per far sì che fosse fatta giustizia. Ma finalmente una coppia di 40 enni romani ha potuto riconoscere come proprio, pienamente e senza che nessuno possa opporsi in nessun senso contro uno degli uomini, il proprio figlio. In Italia la questione adozione nelle coppie gay è molto controversa e non solo per via di un omofobia dilagante: la situazione è così stereotipicamente tragica che mentre una coppia di donne appare essere nel bene o nel male ben tollerata, quella composta da due uomini è vista come l’espressione di ogni male.
In questo caso ci si è trovati, come spiega L’Espresso, davanti ad un pubblico ministero contrario ma giusto nell’applicare la legge. Melita Cavallo, l’ex presidente del Tribunale dei minori responsabile della sentenza ora resa nota, ha spiegato semplicemente di aver applicato la legge vigente ( ed il suo vuoto corrispettivo relativo a tale soggetto) per applicare ciò che è possibile in caso di “adozioni speciali“. La sessualità dei due uomini in questo caso non poteva e non doveva essere vista come una discriminante. Un fattore importante che ha reso possibile dare legalmente al figlio della coppia un riconoscimento totale. Il piccolo è nato in Canada da maternità surrogata, e la decisione del giudice è giunta dopo un’attenta valutazione del caso.
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